Il Consiglio regionale nella seduta di questa mattina, presieduta dal presidente Quintino Pallante, ha approvato a maggioranza (con due astensioni) il “Piano Sociale Regionale 2025-2027 e Piano Regionale di Contrasto alla Povertà 2025 2027” di iniziativa della Giunta regionale (Deliberazione del 6 aprile 2025, n. 121).
Ha illustrato all’Aula il provvedimento il consigliere relatore, Armandino D’Egidio, sono seguiti gli interventi per esprimere la propria posizione in merito all’argomento in discussione e la conseguente intenzione di voto dei consiglieri Facciolla, Fanelli, Salvatore, Gravina, Greco, Passarelli, Primiani, Romano e il presidente della Giunta regionale Roberti.
Il Piano Sociale – ha spiegato D’Egidio – è frutto di un’articolata fase preparatoria; il testo, infatti, si basa su un’attenta analisi della situazione demografica, sociale ed economica che attualmente caratterizza la realtà territoriale di riferimento. Obiettivo principale del provvedimento, come prevede il Piano nazionale sociale – ha ancora rilevato il relatore -, è quello sia di provvedere al miglioramento della qualità della vita dei cittadini attraverso l’attuazione dei Leps (i livelli essenziali delle prestazioni sociali) sia, conseguentemente, di garantire l’accesso equo ai servizi sociali sull’intero territorio regionale, con particolare attenzione alle categorie più fragili.
Tra le principali novità del “Piano sociale regionale 2025-2027 e Piano Regionale di Contrasto alla Povertà 2025 2027”, così come si rileva nella relazione presentata dallo stesso relatore D’Egidio alla IV Commissione permanente a conclusione della fase istruttoria di esamina del provvedimento, si evidenziano:
• la ridefinizione dell’assetto organizzativo degli Ambiti Sociali Territoriali attraverso la promozione della coincidenza tra ATS, Distretti sociosanitari e Servizi per il lavoro (CPI), in funzione anche di una possibile sperimentazione, in luogo della convenzione attualmente utilizzata, di Consorzi pubblici o di ASP, Art.31 del TUEL, (Azioni, queste ultime, la cui attuazione spetterà ai Sindaci attraverso i Comitati dei sindaci e i Piani di Zona);
• la costituzione della Consulta regionale per le politiche sociali (che prevede la presenza di tutti gli attori istituzionali, le rappresentanze sindacali e del Terzo settore) con il compito di monitorare lo stato di attuazione del Piano sociale triennale, avanzando al Consiglio regionale eventuali proposte integrative o correttive;
• l’individuazione, attraverso una procedura ad evidenza pubblica, di un Coordinatore di Ambito il quale, oltre ad assumere funzioni dirigenziali, sarà responsabile dell’Ufficio Piano e del rafforzamento sia della equipe multiprofessionale sia del servizio sociale;
• l’istituzione della figura del Coordinatore strategico che, accompagnando gli ATS nell’attuazione dei LEPS, svolgerà funzioni di supporto e vigilerà sul raggiungimento degli obiettivi di servizio stabiliti sia dal Piano sociale regionale che altri documenti programmatori;
• il completamento del percorso di assunzione a tempo indeterminato di assistenti sociali, con un rapporto dapprima di uno ogni 5.000 abitanti, poi di uno ogni 4.000;
• la realizzazione territorialmente omogenea dei nuovi Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS), degli obiettivi di servizio e delle azioni prioritarie definiti dal nuovo Piano Nazionale dei servizi sociali;
• la valorizzazione della sussidiarietà orizzontale e riconoscimento del ruolo degli Enti di Terzo Settore, in termini di co-programmazione, co-progettazione e gestione;
• la riattivazione, in collaborazione con l’Università ed altri istituti di ricerca, dell’Osservatorio regionale delle politiche sociali (art. 37 della L.R. 13/2014) con l’obiettivo di sostenere, anche attraverso il Sistema informativo regionale, i processi decisionali e le attività di programmazione/coordinamento/controllo regionale;
• la revisione, al fine di apportare le necessarie integrazioni rispetto al recente mutamento del quadro normativo nazionale, del Regolamento regionale n. 1 del 2015 di attuazione della L.R. 13/2014, in materia di autorizzazione, accreditamento e controllo delle strutture residenziali e semiresidenziali e dei servizi sociali;
• la revisione delle tariffe per le strutture e i servizi sociali (Art.14 del Regolamento regionale n.1/2015), le quali verranno adeguate agli indici ISTAT ed alla nuova contrattazione collettiva per la cooperazione sociale.