Sì è concluso lo scorso 15 settembre il laboratorio di videonarrazione sociale e cinematografia del Progetto “Re.M.I’. – Relazioni tra Minorenni per l’Inclusione di persone con disabilità”, con ente capofila il Comune di Campomarino finanziato dal Dipartimento per le Politiche della Famiglia con l’Avviso pubblico per il finanziamento di progetti per il contrasto della povertà educativa e il sostegno delle opportunità culturali e educative di persone minorenni “Educare in Comune”.
Palazzo Norante ha così ospitato la prima regionale del cortometraggio “Un gol perfetto” con la regia di Simone D’Angelo, prodotto dal Comune di Campomarino e dalla cooperativa sociale Kairos di Termoli nell’ambito del progetto ReMì.
“Un gol perfetto” è il titolo che gli ideatori e produttori del film (tra cui esperti di cinema e ragazzi e ragazze di diverse età) hanno assegnato ad un audiovisivo che, di fatto, ha segnato un grosso risultato ( e questo, più di ogni altro, si è rivelato il vero gol perfetto): il progetto ideato dallo psicologo analista Nicola Malorni, presidente della Kairos, ed affiancato per la realizzazione delle azioni progettuali dalla psicologa Giuliana Conticelli, ha promosso attraverso la finzione scenica sguardi inediti sulle relazioni tra pari, sulla disabilità, sulla gentilezza come antidoto educativo alla violenza e alla discriminazioni.
Il progetto fortemente voluto dall’amministrazione Norante e in particolare dall’assessora alle Politiche Sociali Rossella Panarese – come da lei stessa affermato – “è nato dalla necessità di intervenire, attraverso il cinema sociale, nel tentativo di arginare e contenere quelle che sono le vulnerabilità degli adolescenti in un’epoca segnata dal COVID ed in una realtà in cui l’utilizzo dei media a volte si configura come qualcosa di potenzialmente dannoso. Ha premiato sicuramente il progetto la metodologia con la quale abbiamo coinvolto i ragazzi che ha puntato sullo sviluppo maggiore delle Life e Social skills”.
Così il progettista nonché coordinatore del progetto Nicola Malorni: “Siamo grati al sindaco Vincenzo Norante e in particolare all’assessora Panarese che hanno intercettato il finanziamento e creduto nel progetto ancor prima di poter vedere un risultato che, anche noi operatori, non immaginavamo di poter raggiungere in questi termini. La mia gratitudine va anche alla presidente Simona D’Uva e ai ragazzi e le ragazze dell’ASD Kemarin Hockey di Campomarino per la partecipazione della squadra di hockey campomarinese che ha permesso di veicolare messaggi di inclusione nello sport e attraverso lo sport.
Ma voglio anche sottolineare come le sinergie attivate con la comunità siano anch’esse espressione di gentilezza, strumento fondamentale per contrastare il bullismo. Per questo voglio rivolgere la mia gratitudine anche al presidente dell’Istituto Servizi turistici e culturali Marco Altobello per la gentile concessione del Palazzo Norante che è stato scelto come laboratorio educativo e set cinematografico per il valore culturale e architettonico di cui è espressione.
Ma tutto questo non sarebbe stato possibile senza la generosità dei genitori dei ragazzi e delle ragazze partecipanti in qualità di attori, maestranze e comparse che hanno accompagnato tutte le settimane e per dieci mesi i loro figli ai laboratori.
Il cinema sociale, che in questo caso potremmo definire “cinema di comunità” , si è rivelato ancora una volta uno strumento efficace di contrasto delle povertà educative e di promozione di nuove competenze, anche relazionali ed affettive, nei giovani”.
Non sono mancate, infatti, tra i genitori e amici presenti, lacrime di commozione, commenti carichi di gratitudine nei confronti di quanti si sono impegnati per assicurare una vera inclusione, di cui spesso si sente parlare senza di fatto essere concretizzata.
Ed è certamente il commento della madre di Silvia e Ludovica a sintetizzare in parole cariche di emozioni il risultato del progetto:
“Spesso siamo abituati a vivere e rappresentare i nostri figli in modo perfetto…ma ci siamo mai chiesti cosa significa la parola “Perfezione”???…ma soprattutto ci siamo davvero mai chiesti se davvero esiste??? Sono la mamma di una bimba non verbalizzante affetta da sindrome rara, e 10 anni fa ho capito che la Perfezione non esiste… perché ognuno di noi è perfetto a modo proprio ma questo lo si riesce a capire solo se si va oltre le parole…e in questo titolo apparentemente generico (ndr “Un gol perfetto”) …sono stati racchiusi concetti importanti,come il bullismo, l’amicizia, il giocare e imparare a perdere ma soprattutto restare uniti.
E citando il titolo del film…”un goal perfetto” è semplicemente essere noi stessi con le nostre imperfezioni. Ringrazio il progetto “Remi'” per aver dato alla luce il cortometraggio “Un gol perfetto ” in cui, attraverso sguardi, sport, amicizia e inclusione è emerso il senso di cosa significhi “Perfezione”. Nessuno sa realmente se quella pallina sia entrata in porta, ma, ognuno di noi è riuscito ad immaginare in modo perfetto il finale. Ognuno dal suo punto di vista. Questo cortometraggio ha dimostrato che il vero limite è solo per chi oltre non sa guardare (…) avete, laddove ancora non avevo fiducia in un qualcosa perché ancora abbiamo dei limiti, avete fatto sì che invece uscisse qualcosa di meraviglioso, e in questo dieci anni ho imparato molto e continuo ad imparare, grazie di cuore”
A chiosare questo straordinario risultato della cooperazione sociale è lo stesso regista Simone D’Angelo, da sempre impegnato nel cinema sociale, che ha affermato:
“Non esistono gol perfetti; la vera perfezione risiede nella diversità. La cerco negli altri, nelle persone che sono gli ingredienti essenziali per creare una società multicolore. Ogni idea, unica e preziosa, contribuisce a formare quelle sfumature che ci emozionano e ci permettono di scoprire la bellezza del mondo. Ognuno racconta a modo suo; io parlo con i suoni, le parole e le immagini, con il cinema sociale!
Questo è accaduto a Campomarino, dove per diversi mesi abbiamo condiviso con i ragazzi e le ragazze di ogni età momenti di creatività e di avvicinamento al cinema, inteso come racconto delle emozioni. Abbiamo indagato confrontandoci sulle nostre personalità, sulle nostre debolezze e soprattutto sulle nostre forze, sulle cose che sappiamo fare e sul nostro valore personale, che può dare all’altro la consapevolezza di chi siamo e di ciò che possiamo offrire alla nostra vita e a quella degli altri. Il laboratorio di cinematografia e scrittura collettiva è e sarà sempre un momento di felicità per chi avrà il piacere e la possibilità di prenderne parte, un valore che si comprende solo quando se ne toccano con mano gli effetti”.
lunedì 22 Settembre 2025 - 08:12:15 PM
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