«Il Governo si appresta a portare in Parlamento una Legge di Bilancio che, ancora una volta, ignora le richieste di Comuni, Regioni e sindacati, continuando a destinare risorse insufficienti agli enti locali e alla sanità pubblica. È una scelta che rischia di far collassare i servizi essenziali, in particolare quelli rivolti alle fasce più fragili della popolazione». Così Roberto Gravina, coordinatore nazionale del Comitato Enti Locali del Movimento 5 Stelle e consigliere regionale del Molise, commenta le preoccupazioni sollevate in questi giorni dalle istituzioni territoriali durante le audizioni parlamentari sul disegno di Legge di Bilancio 2026.
«Comuni e Regioni hanno espresso con chiarezza la propria preoccupazione – spiega Gravina –: mancano fondi per garantire i servizi di base e il Governo pensa di finanziare i Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) attingendo alle risorse regionali. È una scelta che mette a rischio il principio di equità e la stessa tenuta del sistema sanitario nazionale».
Le osservazioni emerse nella Conferenza delle Regioni confermano questo allarme: i Governatori hanno approvato un documento da trasmettere alla Commissione Bilancio e avviato la revisione dei criteri di riparto del Fondo Sanitario Nazionale 2025, affidando a esperti universitari un incarico per individuare un modello più equo, che tenga finalmente conto di spopolamento, dispersione territoriale e bassa densità abitativa. «Sono esattamente le condizioni strutturali che da tempo e anche negli ultimi mesi il Movimento 5 Stelle denuncia e su cui chiediamo un riequilibrio vero, capace di garantire pari diritti di cura a ogni cittadino», aggiunge Gravina.
Bene, in questo senso, la presenza per volontà del presidente Roberti del professor Giuliano Resce dell’Università del Molise, inserito nel gruppo di esperti che si occuperà di studiare i nuovi criteri di distribuzione del Fondo Sanitario Nazionale.
«Una presenza – aggiunge Gravina – che rappresenta un riconoscimento importante per l’Università del Molise e per le competenze del professor Resce, ma anche un’opportunità per portare all’attenzione nazionale le peculiarità e le difficoltà di regioni come la nostra. È giusto sottolinearlo con orgoglio e senso di responsabilità».
Il coordinatore nazionale del Comitato Enti Locali M5S richiama inoltre la coerenza tra quanto emerso in Conferenza delle Regioni e la proposta d’indagine conoscitiva sulle disuguaglianze regionali nell’erogazione delle prestazioni e nell’accesso ai LEA, presentata nelle passate settimane in Parlamento dai deputati del Movimento 5 Stelle Marianna Ricciardi, Di Lauro, Sportiello e Quartini, frutto di un lavoro congiunto tra il Comitato Enti locali guidato da Gravina e il Comitato Salute coordinato da Andrea Quartini. La proposta intende fornire un quadro aggiornato e scientificamente fondato sulle disuguaglianze territoriali nel funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale, analizzando criteri di riparto, mobilità sanitaria, commissariamenti e fabbisogni reali.
«Diventa ora più che mai evidente – sottolinea Gravina – che serve una convergenza politica seria per sostenere in Parlamento la nostra proposta di indagine conoscitiva. È un passaggio fondamentale per ridefinire il metodo di distribuzione del Fondo Sanitario Nazionale e affrontare il tema della sanità non con logiche emergenziali o propagandistiche, ma intervenendo sulle cause strutturali del divario Nord-Sud».
Il consigliere M5S ricorda inoltre che, alla luce della pubblicazione del Piano Operativo Sanitario (POS) per il Molise – condizione posta dal Governo per sbloccare la prima tranche di 45 milioni di euro dei 90 promessi – appare chiaro che questa regione ha bisogno di più risorse e non di ulteriori tagli.
«Aumentare il budget sanitario – aggiunge Gravina – significa non solo garantire servizi più capillari e di qualità, ma anche creare le condizioni per riportare i conti in equilibrio e superare finalmente il commissariamento che da anni penalizza il Molise. Solo così potremo restituire alla nostra Regione piena autonomia gestionale e una sanità pubblica capace di programmare, anziché inseguire emergenze».
«Se vogliamo evitare la scure di nuove chiusure, soprattutto a danno delle strutture dei territori più svantaggiati – afferma Gravina – dobbiamo ripristinare la centralità dell’offerta sanitaria pubblica, baricentrica all’ospedale Cardarelli, e riconoscere che servono risorse aggiuntive per garantire un sistema di cure accessibile e sostenibile».
Il Movimento 5 Stelle ribadisce che i Livelli essenziali di assistenza non possono essere subordinati alla capacità di spesa delle Regioni: «La tutela della salute è un diritto nazionale – conclude Gravina – e non può dipendere dal codice postale del cittadino. È lo Stato che deve garantire risorse eque e modelli di riparto sostenibili. Ci auguriamo che il centrodestra regionale e le stesse forze di maggioranza che oggi si dichiarano preoccupate in Conferenza delle Regioni dimostrino coerenza in Parlamento, sostenendo con i propri rappresentanti la nostra proposta di indagine conoscitiva e lavorando insieme per una sanità pubblica più giusta, accessibile e solidale».
lunedì 10 Novembre 2025 - 03:10:54 PM
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