Un anno fa un cartellone pubblicitario che mostrava a Campobasso una immagine di donne in atteggiamenti provocatori e frasi ambigue (che, sottolineiamo, non è quella in evidenza), divisero i residenti: per alcuni si trattava di una pubblicità divertente, per altri era offensiva per la dignità femminile e quindi da censurare. Un episodio che ha richiamato l’attenzione di rappresentanti e associazioni che tutelano i diritti delle donne, aprendo un vero e proprio dibattito social e in strada. Non era solo questione di etica o di forme di bigottismo. Secondo le maggiori sostenitrici locali della parità di genere e delle battaglie contro la violenza sulle donne, anche strumenti simili concorrono a mantenere in piedi vecchi stereotipi che alimentano una cultura sbagliata nella società e nelle nuove generazioni. Cartelloni del genere sono finiti al centro della polemica in tutta Italia, al punto da spingere l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e lo Iap (Istituto per l’ Autodisciplina Pubblicitaria) a sottoscrivere l’8 marzo del 2020 un protocollo d’intesa contro i messaggi lesivi dei diritti e della dignità della donna. Il primo dei Comuni che ha recepito il protocollo è stato quello di Ripalimosani nella seduta consiliare del 30 aprile. Il protocollo prevede che il gestore degli impianti e gli inserzionisti pubblicitari debbano accettare, contestualmente al rilascio dell’autorizzazione comunale, una clausola di rispetto del Codice IAP. I messaggi pubblicitari non potranno contenere immagini e/o rappresentazioni che incitino alla violenza contro le donne o che siano lesivi della dignità della donna o ancora che ricorrano all’utilizzo di stereotipi di genere. “L’adeguamento al protocollo di intesa ANCI/IAP – spiega la promotrice dell’iniziativa Annamaria Trivisonno, vice sindaco – rappresenta una delle forme più alte di difesa della dignità della persona e di riconoscimento delle pari opportunità a favore di tutti i cittadini. L’atto approvato venerdì ha un valore elevatissimo nell’articolato cammino dei diritti civili e per questo vorrei ringraziare tutti i colleghi consiglieri che hanno dato prova di grande sensibilità al tema”. Tra i Comuni che hanno dato finora attuazione al Protocollo ANCI-IAP ci sono Roma, Palermo, Catania, Torino, Bologna, Firenze, Modena, Ragusa, Savona, Pesaro, Ravenna, Siena, Fano, Cinisello Balsamo, Legnano e Arcore. “Con un filo di orgoglio a questo elenco – ha concluso la Trivisonno – abbiamo aggiunto anche Ripalimosani”. Alla nostra domanda del perché “censurare” anche messaggi apparentemente ironici, la Trivisonno sottolinea come “tutta la attività di prevenzione contro la violenza di genere e le discriminazioni si basino molto sulla comunicazione. Alimentare stereotipi presenti e passati che si legano fortemente a forme di comportamento che hanno generato nella storia e generano nei nostri giorni episodi gravi sono diseducativi e controproducenti, oltre che condannabili”.
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