“Il recente caso dell’appartamento pagato dal vice governatore del Molise Vittorino Facciolla con i soldi destinati al suo gruppo consiliare ‘Unione per il Molise’ ha messo in evidenza un vulnus nella legge che regolamenta le spese dei gruppi consiliari. Il problema principale di questa storia ancora tutta da scrivere è che manca una vera disciplina regionale sugli uffici territoriali”. A tornare sulla questione dell’appartamento di via Garibaldi a Campobasso sono i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. “Secondo la legge vigente, con i fondi dei gruppi consiliari è possibile prendere in fitto sedi territoriali in tutta la regione a fini istituzionali. Nel caso di Facciolla, infatti, la Corte dei Conti ha bocciato il rendiconto del gruppo perché non ha accettato la destinazione d’uso dell’appartamento di via Garibaldi a Campobasso. La casa infatti risulta ad uso abitativo e non ad uso ufficio, quindi destinata ad attività istituzionali, come previsto dalla legge vigente. Secondo il “Testo unico delle norme in materia di funzionamento e di assegnazione di personale ai Gruppi Consiliari”, cioè la legge numero 20 del 1991 infatti, con i fondi dei gruppi consiliari è possibile prendere in fitto sedi territoriali a fini istituzionali a piacimento in tutta la regione. In altre parole, dato che le leggi se le scrivono loro, anche questa volta hanno trovato il modo di giustificare l’utilizzo di soldi pubblici. Il caso Facciolla, però, apre due fronti. Il primo è la conferma che c’è qualcuno a cui non bastano 9 mila euro al mese (di cui 4.500 di rimborso per esercizio di mandato, esentasse e senza rendicontazione) per pagarsi un appartamento. Tuttavia sulla cialtroneria politica possiamo fare ben poco. Ciò che invece dobbiamo fare è intervenire sulla legge che regolamenta le spese di funzionamento dei gruppi consiliari ed evitare qualsiasi tipo di sperpero. Il MoVimento 5 Stelle Molise ha depositato una proposta di legge che fa proprio questo. Una proposta semplice che mira a razionalizzare i costi della politica, eliminando la possibilità per i gruppi consiliari di prendere immobili ad uso ufficio dato che ciascuno di essi ha già a disposizione propri spazi all’interno del palazzo del Consiglio regionale. Oltre a Facciolla, anche altri consiglieri hanno sedi territoriali come Salvatore Micone, Cristiano Di Pietro, Francesco Totaro e Vincenzo Niro e lo sappiamo perché hanno inviato una comunicazione in tal senso all’Ufficio di presidenza al momento dell’insediamento. Degli altri invece non sappiamo nulla visto che non esiste alcun regolamento sull’utilizzo delle sedi territoriali né è prevista una nota autorizzativa. La nostra proposta di legge vuole porre fine a questo modo di fare. Per evitare costi inutili, basta una semplice correzione nella legge di riferimento. L’art. 3 della legge regionale n. 20/1991 sul funzionamento dei gruppi consiliari, al comma 9 recita: “Il contributo assegnato è destinato agli scopi istituzionali riferiti alla attività del Consiglio regionale e alle relative funzioni di studio, editoria, comunicazione nonché per l’apertura di uffici territoriali funzionali ai predetti scopi”. La nostra proposta prevede di togliere le parole in grassetto, quindi evitare “l’apertura di uffici territoriali”. In questo modo elimineremo la possibilità di destinare soldi pubblici all’apertura e al mantenimento di uffici territoriali di qualsiasi destinazione e per qualsiasi scopo. Una proposta di legge, quindi, semplice e sensata dato che i consiglieri regionali potranno comunque continuare a ricevere delegazioni, a fare incontri, a portare avanti le previste attività “di studio, editoria e comunicazione” negli spazi a disposizione a Palazzo D’Aimmo, proprio come fa da tre anni il MoVimento 5 Stelle Molise. In attesa che tutto il Consiglio regionale voti la nostra legge, però, resta la figuraccia politica di chi nonostante il lauto stipendio, ha fatto pagare ai cittadini il fitto del proprio appartamento”.
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