Tornare alla propria auto lasciata in doppia fila o in un punto in sosta vietata o nelle strisce blu con ticket scaduto e ritrovarsi il verbale firmato dall’ausiliario del traffico o dall’agente della polizia locale, appostato sotto il tergicristallo, è un’esperienza che forse hanno vissuto tutti almeno una volta nella vita e per alcuni è una vera e propria prassi. Eppure, se i Comuni italiani hanno potuto contare su preziosi e provvidenziali incassi per via delle negligenze dei cittadini-automobilisti, il Municipio di Campobasso non può certo sorridere. Nel biennio 2017-2018, secondo la classifica Impresa Lavoro – che ha raccolto i dati Istat e quelli ministeriali, – il capoluogo molisano si trova all’ultimo posto con appena 8.218 euro incassati, pari a 19 centesimi mediamente versati da ogni abitante. Un divario non indifferente rispetto a una grande città come Milano, certamente maggiormente frequentata e che mantiene da tre anni il primato, con i suoi ben 142.787 euro incassati in multe, pari a 123 euro versati a cittadino, seguita da Firenze (109,25 euro a testa, totali 35.558 euro) e Bologna (92,33 euro a testa, 30.863 euro totali). Basta però guardare Aosta, penultima in classifica, per capire che Campobasso, almeno dal punto di vista dell’amministrazione, è troppo indulgente o magari può contare su cittadini più “corretti” rispetto ad altre città, se a qualcuno piace di più la seconda versione: 85.978 euro monetizzati, pari a un costo medio ad abitante di 2,97 euro. Secondo le stesse stime, i Comuni italiani nel biennio avrebbero incassato circa 3 miliardi di euro, ma il dato in previsione è destinato a diminuire.
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