Il Coronavirus mette in ginocchio i produttori di latte, caseifici abbassano il prezzo del prodotto. Assessore: “Ci stiamo muovendo per risolvere il problema”

Due centesimi in meno per litro di latte potrebbero sembrare una banalità per molti e invece costituiscono un problema drammatico per il sostentamento di una famiglia di allevatori e produttori. Basti pensare che calcolati, ad esempio, su circa 1000 litri di latte al giorno, si traducono in una riduzione quotidina di 20 euro, che in un mese, alla fine dei conti, diventano 600 euro detratti al reddito medio mensile. Una mazzata per una famiglia di piccoli produttori la cui categoria – come tante altre in questo momento – ha subito le conseguenze economiche dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus e delle restrizioni. Le difficoltà a vendere il prodotto sono infatti collegate alle possibilità di guadagano (e sopravvivenza) di coloro che il latte devono poi trasformarlo e piazzarlo nelle attività di vendita al consumatore finale o in quelle di ristorazione. I caseifici molisani, con la crisi in atto, si sono pertanto mossi sulla difensiva. Alcuni in particolare avrebbero abbassato il prezzo su un litro di latte, una riduzione apparentemente insignificante, ossia di uno o due centesimi di euro, su cui al contrario gli addetti al settore solitamente scatenano delle trattative determinanti per il guadagno complessivo. Al punto che togliere ad una famiglia un importo indicativo come quello preso ad esempio sopra – che peraltro è lo stesso importo che il Governo ha stanziato in favore delle partite iva, seppure esso non possa colmare interamente le perdite che ognuna ha subito nel periodo – potrebbe significare metterla seriamente in ginocchio. Uno dei motivi di preoccupazione dei caseifici è la chiusura di pizzerie e ristoranti, che ha ridotto la fornitura di latte e latticini. E’ anche vero che una parte di queste attività ha però continuato a fornire servizio di ristorazione a domicilio (o ha cominciato a farlo in un momento successivo) e che almeno una parte dei caseifici, come emerso da una recente inchiesta, si rifornisce di latte estero, spesso per prodotti non di prima “linea”. La questione è sempre commerciale e le trattative, va precisato, sono faccende private. Tuttavia la Regione è intervenuta nella crisi in corso che riguarda il settore e continuerà ad agire da intermediaria per mettere d’accordo le parti. “La pandemia – ha afferma l’assessore regionale Nicola Cavaliere – sta purtroppo creando danni seri all’economia e ancora più gravi all’agricoltura, soprattutto per quanto concerne la questione del ‘fresco’ che non può non essere considerata ora una priorità“. L’esponente della giunta ha garantito: “Ho seguito il problema sin dai giorni immediatamente successivi al blocco e stiamo lavorando a tutte le soluzioni“. Una di queste riguarda l’esito della riunione in videoconferenza fra le organizzazioni agricole appartenenti al Tavolo verde, l’associazione Produttori di Fiordilatte molisano (composto da 15 caseifici di livello piccolo, medio e grande), l’associazione Produttori latte del Molise, la struttura regionale e l’assistenza tecnica dell’assessorato all’Agricoltura. L’associazione dei caseifici ha deciso di assorbire in toto la quantità di latte in surplus – pari a circa 500 quintali a settimana su tutto il territorio regionale –  nonostante la radicale riduzione di fette di mercato. Il lavoro della Regione non si arresta qui e continuerà a muoversi – anche con prossimi tavoli nelle settimane a seguire – per sensibilizzare e tenere d’occhio le situazioni meno collaborative e districate. “Solo facendo rete, puntando forte sul senso di appartenenza al territorio e sull’importanza del gioco di squadra – ha affermato Cavaliere – si può affrontare e superare le difficoltà provocate dall’emergenza Covid19“.

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