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Home»1. Categorie news»Attualità»Festa della Repubblica, la svolta storica e la “simpatia” monarchica dei molisani. Toma: “Oggi è la rinascita dopo un anno di restrizioni”

Festa della Repubblica, la svolta storica e la “simpatia” monarchica dei molisani. Toma: “Oggi è la rinascita dopo un anno di restrizioni”

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Di AndreaBaranello il 2 Giugno 2021 Attualità, In Primo Piano
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La Festa della Repubblica è una giornata celebrativa nazionale istituita per ricordare la nascita della Repubblica Italiana. Il 2 e il 3 giugno del 1946 si tenne un referendum istituzionale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di stato – monarchia o repubblica – dare al Paese. Il referendum fu indetto al termine della seconda guerra mondiale, qualche anno dopo la caduta del fascismo. I sostenitori della repubblica scelsero il simbolo dell’Italia turrita in contrapposizione allo stemma sabaudo che rappresentava invece la monarchia. Il referendum rappresentò la prima votazione a suffragio universale indetta in Italia. Il risultato della consultazione popolare fu di 12.717.923 voti in favore della repubblica e 10.719.284 votri per la monarchia (54,3% e 45,7%), e venne comunicato il 10 giugno 1946. Il 18 giugno la Corte di Cassazione, dopo 85 anni di regno, sancì la nascita della Repubblica Italiana.

Il Molise “monarchico” dovette adeguarsi. A Campobasso nel 2018 polemiche per la “cancellazione” di piazza Savoia.
Come è ben noto, i molisani chiamati al voto da buoni tradizionalisti preferirono in maggioranza la monarchia. Furono 133.548 i sostenitori della corona mentre meno della metà degli stessi, 61.359, votarono per la Repubblica (dichiarate nulle alcune migliaia di schede). Insomma il Molise dovette adeguarsi alla volontà nazionale, che diede comunque una svolta storica al Paese. Negli anni la questione è stata più volte affrontata dagli esperti e in qualche occasione si sono verificati anche episodi curiosi. Nel 2018, ad esempio, a Campobasso ci furono alcune polemiche per la cancellazione del nome di piazza Savoia (di fronte Villa de Capoa), che fino ad allora aveva conservato la memoria dei vecchi monarchi come fosse l’ultimo baluardo di resistenza. Fra i contrari ci fu anche qualche amministratore, mentre nei mesi successivi spuntò una bandiera del Tricolore con lo stemma sabaudo, esposta su un edificio adiacente, probabilmente in segno di provocazione. Oggi quella piazza è dedicata ai magistrati antimafia Falcone e Borsellino ma per non scontentare completamente i nostalgici è stato mantenuto come “sottotitolo” la dicitura “già piazza Savoia“.

Un anno fa le Frecce Tricolori.
Nella mente e nei video dei molisani c’è ancora il passaggio delle Frecce Tricolori dell’Aeronautica, nel 2020, sui cieli di alcune località della regione, fra cui Campobasso. Fu un evento straordinario – che generalmente fa parte solo delle celebrazioni a Roma – voluto in un anno particolare, quello della pandemia, in tutta Italia, piegata dal Covid, dalle restrizioni e dalla conseguente crisi economica.

Toma: “Orgogliosi dell’Italia repubblicana. Oggi è anche la festa della rinascita dopo un anno di restrizioni”.
«Celebrare la Festa della Repubblica è un momento decisamente importante per la Patria e sempre emozionante per quanti lo vivono. Nel 1946 i nostri connazionali, chiamati alle urne a scegliere tra Monarchia e Repubblica, optarono per la seconda. Non solo. Il 2 e 3 giugno di quell’anno, proprio in occasione del voto sul referendum, per la prima nel nostro Paese, ci fu il suffragio universale, in forza del quale tutti i cittadini maggiorenni, uomini e donne, poterono esprimere democraticamente la propria preferenza. Una conquista fondamentale per le cittadine italiane che, finalmente, ebbero la possibilità di esercitare il diritto di voto. Ciò che oggi appare ovvio è in realtà frutto di dure battaglie, sacrifici, rivendicazioni. Un lungo percorso iniziato con il Risorgimento, passato attraverso l’Irredentismo, conclusosi con la Resistenza. Noi, istituzioni e cittadini, dobbiamo esserne fieri e orgogliosi, esprimere gratitudine nei confronti di chi ci ha permesso di vivere oggi in un’Italia repubblicana. La Festa della Repubblica, quest’anno, segna anche la ripartenza del Paese dopo oltre un anno di restrizioni e difficoltà. Prosegue intensamente la campagna vaccinale, il nostro Molise è finalmente in zona bianca grazie all’impegno dei molisani che hanno dimostrato diligenza, abnegazione, rispetto delle regole. Continuiamo così». Il messaggio del presidente della Regione Molise, Donato Toma, in occasione del 75esimo anniversario della fondazione della Repubblica Italiana.

Micone: “Italia a testa alta anche dopo le difficoltà”.
In occasione del 2 giugno, Festa della Repubblica Italiana, il presidente del Consiglio regionale, Salvatore Micone, ha dichiarato: “Il 2 e il 3 giugno del 1946 la maggioranza degli italiani, in un libero referendum che per la prima volta vide partecipi uomini e donne di ogni censo, cultura, provenienza ed età, scelsero, dopo gli orrori e la distruzione della seconda guerra mondiale, di scrivere il futuro dell’Italia con la forma repubblicana, rappresentata sulla scheda elettorale dall’ “Italia Turrita”, consistente nella riproduzione del volto di una donna bella e fiera, l’Italia per l’appunto, con sui capelli una corona di torri, a ricordo delle diverse municipalità del paese. Quella donna, bella e fiera, che è la Repubblica Italiana, oggi compie 87 anni, ma è proprio il caso di dire che non li dimostra. La sua vita è stata certo intensa, ha dovuto fronteggiare con i suoi arti, i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le Regioni e lo Stato (art. 14 della Costituzione), eventi naturali – terremoti, alluvioni, incendi ecc.-, crisi di sistema, giudiziario e politico –gli anni di piombo, il terrorismo estremistico eversivo sia di destra che di sinistra, le minacce di colpo di stato, le stragi degli estremisti ecc.-, ma anche le insidie della criminalità organizzata – le infiltrazioni della mafia, della ndrangheta, della camorra, della sacra corona unita ecc.-, le crisi economiche nazionali e internazionali – le continue problematiche di bilancio pubblico, le criticità petrolifere degli anni ’70, le turbolenze e le cadute di borsa ecc.-, le problematiche sanitarie, non ultima l’emergenza pandemica da Covid 19. Questa ha creato un inedito miscuglio di problematiche condensate in un periodo definito e ridotto: crisi sanitaria, economica, sociale e in vari momenti anche politica. Eppure questa arzilla signora Italia, facendo perno sulle sue torri, le realtà locali, è riuscita ad andare avanti, a tenere sempre il capo e la fronte alta davanti alla storia. Ha pianto in questi 87 anni tante volte i suoi figli periti in vari eventi negativi, ma ha anche accompagnato tanti altri suoi discendenti a conquistare uno sviluppo culturale, sociale ed economico straordinario. Oggi tutti insieme festeggiamo dunque la Repubblica italiana, orgogliosi di essere suoi figli, ed impegnati, sul suo esempio di fierezza e tenacia, ad affrontare con coraggio e determinazione le problematiche singole e collettive della società. Viva l’Italia e viva gli italiani”

Il presidente della Provincia, Roberti: “Le istituzioni chiamate a infondere fiducia nei cittadini”.
“Il 2 giugno, Festa della Repubblica, rappresenta una data simbolo della nostra storia repubblicana e democratica. Il 2 giugno 1946, col referendum istituzionale, infatti, gli italiani furono chiamati a scegliere tra la conferma della Monarchia o l’avvento della Repubblica. Il popolo italiano, 75 anni fa, scelse la Repubblica, lasciandosi alle spalle la Monarchia, scrivendo il primo capitolo di una nuova storia, istituzionale e culturale, per il Belpaese. Usciti dalla Seconda Guerra Mondiale, il 2 giugno rappresentò un segno di speranza per un futuro di pace, democrazia e libertà. Il 2 giugno 1946 protagonisti, per la prima volta, dopo il ventennio fascista, furono i cittadini, chiamati, a suffragio universale, a una scelta così importante. La scelta repubblicana ha contribuito a una maggiore coesione del territorio nazionale, grazie all’avvento anche delle forme di governo democratiche, fortemente volute da chi ha combattuto per regalare un futuro nel nome della libertà, della pace e della democrazia. La nascita della Repubblica segnò un nuovo punto di partenza per tutti gli italiani. L’Assemblea Costituente, composta dalle diverse forze politiche, rafforzò questo concetto nel 1° comma dell’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La condivisione tra persone che la pensavano diversamente fu la base per ripartire con una unità di intenti, restituendo agli italiani diritti e doveri, che erano venuti meno nei due decenni precedenti. Noi, oggigiorno, rappresentanti delle istituzioni e della politica, siamo chiamati a rinforzare la fiducia dei cittadini nei confronti degli organi istituzionali e politici, ponendoci come mediatori tra i cittadini e gli organismi, a vari livelli, che rappresentiamo. Dobbiamo tornare a infondere quel clima di stima e cooperazione, col cittadino protagonista, conditio sine qua non per immaginare l’Italia del domani”.

Il sindaco di Campobasso, Gravina: “La ragione democratica non è arretrata di un passo”.
“Nella drammatica sequenza di eventi che ha segnato il mondo intero nel corso di oltre un anno di pandemia, la forza e la solidità del nostro impianto costituzionale e della struttura della nostra Repubblica ha permesso all’Italia, nonostante tutto, di continuare a garantire una vita democratica ai suoi cittadini. La prova estrema alla quale la pandemia ha sottoposto gli stati e i popoli, ha reso evidente come l’Italia abbia avuto la capacità di affrontare i differenti momenti e le molteplici problematiche che ne sono scaturite, senza perdere la rotta, ponendo la doverosa cura nei confronti di tutte le fasce della sua popolazione e non smarrendo mai il senso della partecipazione democratica. Pur tra innegabili difficoltà, la nostra Repubblica, anche in questo caso, si è fatta carico di ognuno di noi. Lo fa, oramai, da settantacinque anni e in questo percorso di crescita, anche nei momenti più duri, la ragione democratica non è mai arretrata di un passo, anzi. È la Repubblica che ha tenuto insieme il nostro paese, oggi come ieri, che lo ha allevato, e che si aspetta da ognuno di noi, adesso, la stessa cura nei confronti del nostro prossimo, nel segno di un’unità sociale che risulta fondamentale per la ripresa di ogni attività. Festeggiare la Repubblica significa festeggiare ogni singolo italiano. Agli italiani, alla loro forza e alla loro capacità indomita di resistere, va, quest’anno più che mai, dedicata la giornata del 2 giugno.”

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AndreaBaranello

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