Finte assunzioni e licenziamenti per percepire la Naspi, così imprenditori e commercialisti hanno truffato l’Inps per 300mila euro, 53 indagati

Ore 11.30. I lavoratori scelti erano solo un mezzo per incassare i soldi da spartire, in alcuni casi completamente all’oscuro delle operazioni. Le società in cui erano fittiziamente assunti in realtà non risultavano operanti. In questo modo due imprenditori (uno di Trivento e l’altro di Roccavivara) e un consulente legale di Trivento, in qualità di soci o amministratori di 7 società (4 con sede legale in provincia di Campobasso e 3 in quella di Isernia) avrebbero messo in piedi un’associazione a delinquere, con l’aiuto di 3 commercialisti/consulenti del lavoro, per truffare l’Inps attraverso l’indebita percezione della Naspi, l’indennità di disoccupazione che ha dato il nome all’operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Campobasso in collaborazione con i militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro e la direzione regionale Inps. I sei soggetti sopra citati sono stati raggiunti da una misura cautelare consistente nell’obbligo di dimora e nel sequestro preventivo per equivalente di beni (soldi e immobili) per 300mila euro. Sono 47 i dipendeti per i quali le società avrebbero percepito l’indennità.

Fra i 53 indagati anche un medico e un responsabile Caf della provincia di Campobasso. Le segnalazioni da parte dell’Inps ai Carabinieri sono partite nel maggio 2018 a seguito del riscontro di evidenti anomalie. I militari hanno impiegato oltre 2 anni di minuziose e non facili indagini per ricostruire l’intero impianto accusatorio che vede oggi le persone coinvolte indagate a vario titolo per associazione a delinquere, truffa aggravata all’Inps, falso e reati fiscali. Nell’ambito delle indagini è venuto fuori come le società, formalmente impegnate nel campo di servizi alle imprese e alla persona, risultavano fittiziamente operanti tramite una serie di fatture e documenti falsi, grazie alla complicità di altri professionisti e imprenditori. In tutto sono stati certificati e analizzati 104 rapporti finanziari in 48 istituti di credito. I soggetti scelti come “dipendenti” venivano assunti dalle 7 società e, a turno, licenziati e riassunti, così da far partire nel tempo le richieste dei contributi Inps, in realtà da spartire fra i complici una volta incassati.
(Seguono aggiornamenti)

(In foto da sinistra: il Comandante provinciale dei Carabinieri, Tenente Colonello Luigi Dellegrazie, il Procuratore della Repubblica di Campobasso, Nicola D’Angelo, e il Direttore vicario regionale dell’Inps, Fabrizio Giorgilli)

Truffe all’Inps, “smantellata” associazione a delinquere, noti professionisti raggiunti da misure cautelari e sequestri

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