Rabbia degli oss, “traditi” dalla politica. Manifestazione davanti alla sede della Regione. E Toma evita il confronto

Siamo incazzati neri, non si trattano così le persone”, “siamo stanchi delle loro prese in giro, per protesta non andremo a votare alle prossime elezioni”, “ci stanno portando all’esasperazione, io ho una famiglia da mantenere e lo dico chiaramente: non arrivo a fine mese”. Sono queste le grida di rabbia che si sono levate nella manifestazione di protesta dei precari OSS svoltasi questa mattina a Campobasso, sotto la sede della Regione in via Genova.
In tenuta da lavoro come durante l’emergenza negli ospedali, alcuni presenti hanno esposto lo striscione che esprime un grido di accusa: “Traditi”. Dalla politica, ovviamente. Dalla classe dirigente locale che, al contrario di altre regioni, non stabilizza i precari.
Nel mirino dei manifestanti, lasciati a casa dopo aver professionalmente contribuito a gestire l’emergenza sanitaria negli oltre due anni di pandemia, è finita la giunta Toma. La verità, come commenta il Pmli, è che durante l’epidemia Covid decine e decine di operatori socio-sanitari sono stati assunti in fretta e furia con le solite promesse di stabilizzazione: nonostante tali lavoratori abbiano poi maturato i requisiti per la messa in pianta stabile nelle già sguarnite e carenti di personale strutture sanitarie regionali, “a giunta di centro-destra non vuol saperne di rispettare gli impegni e le normative – la legge 13 del 2022 – che essa stessa aveva preso e promulgato in questa legislatura”.

Per i diretti interessati al danno si è aggiunta la beffa. Nonostante il sit-in di protesta fosse stato annunciato da giorni, con la richiesta di un confronto con il presidente Toma, quest’ultimo non era presente in sede, salvo arrivare in tarda mattinata, di fatto respingendo la possibilità di un faccia a faccia, perché impegnato – come avrebbe risposto ai rappresentanti – in una riunione sulla sanità.
“Toma, la sua giunta e la sua maggioranza vogliono acuire e foraggiare il conflitto sociale”, afferma Emilio Izzo. In mancanza di una risposta celere, “domani saremo ancora in via Genova per ottenere il dovuto, dopo dal prefetto per ribadire che se non si interviene per ristabilire le regole democratiche e civili, le responsabilità di eventuali conflitti saranno addebitate in capo a chi si fregia di averle senza esercitare. Spero sia chiaro, per una volta saremo noi a denunciare”.

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