Si è svolta questa mattina presso l’hotel San Giorgio di Campobasso la presentazione della lista Costruire Democrazia, che correrà a giugno per le elezioni regionali nella coalizione del centrosinistra a sostegno di Gravina.
Una squadra di professionisti, alcuni noti per il loro lavoro e ruolo e per aver combattuto battaglie sociali e legali nel recente passato, in particolare avvocati e medici, decisi a sovvertire le dinamiche che regolano la politica locale.
“Ho la fortuna di fare un lavoro che amo e che mi restituisce soddisfazioni decisamente gratificanti.
Anche per questo motivo, avevo escluso di tornare a candidarmi”, afferma il fondatore del movimento, Massimo Romano, che lo ha rilanciato in vista delle Regionali 2023.
“Ma non posso arrendermi all’idea che una classe politica fallimentare e inamovibile, che può imputare solo a se stessa l’agonia in cui versa il Molise, pretenda ancora di riproporsi con l’aggravante di sentirsi esonerata dal rendere conto di quanto ha fatto e soprattutto non sia stata capace di fare in questi anni.
Se vince il centrodestra non cambia né potrebbe cambiare nulla, visto che si ripresentano tutti gli uscenti ora candidati in liste fatte su misura per la loro rielezione.
Si ripropongono sotto mentite spoglie nella speranza di far dimenticare il disastro di anni inutili e dannosi in cui hanno brillato per inadeguatezza e incapacità manifeste.
Su tutto, dal lavoro ai trasporti, dall’energia al sociale, passando per il diritto alla salute ridotto ai minimi termini.
Con quale faccia si ripresentano agli elettori persone che, bivaccando in politica da trent’anni, hanno dedicato ogni energia a coltivare rapporti clientelari utili solo ad assommare preferenze per la propria sopravvivenza politica individuale?
Con quale credibilità parlano di futuro, di concretezza, di competenza, avendo fallito su tutta la linea, senza eccezioni?
Quando ha governato Michele Iorio io ero dall’altra parte. Quando ha governato Frattura io ero dall’altra parte. Quando ha governato Toma ero dall’altra parte. Ma, soprattutto, sono stato sempre dall’altra parte rispetto a chi in questi anni, senza mai distinguere tra centrodestra e centrosinistra e con una costanza e un opportunismo raggelanti, è stato sempre e solo dalla parte di chi ha governato portandoci allo stato di non ritorno in cui ci troviamo.
Lo rivendico, e tornando indietro rifarei le stesse scelte, anche se ci ho rimesso personalmente.
A fronte di tanto, oggi l’alternativa qual era?
Restare in disparte e possibilmente in silenzio per non disturbare una narrazione spudorata, ovattata e conciliante che alliscia elettoralmente il disagio dei molisani con la credibilità degna di un incantatore di serpenti?
Rimanere alla finestra sarebbe stata la morte certa. Ed è rispetto a questa inesorabile certezza che avevamo il dovere di provarci, percorrendo l’unica strada possibile alle condizioni date.
Il resto equivale politicamente al nichilismo del “muoia Sansone con tutti i Filistei”: un lusso inconciliabile con l’emergenza che ci investe qui e ora.
Per questo dobbiamo provarci. E oggi lo si può fare voltando pagina con Roberto Gravina, per provare a costruire un Molise diverso, che guardi al futuro scrollandosi di dosso quel retaggio di vecchio e stantio che appesta la politica molisana da tempo immemorabile.
Mai come stavolta è una scelta di campo, tra la prosecuzione dell’oggettivo disastro attuale e la possibilità di costruire una regione che riacquisti la dignità che questa penosa classe dirigente le ha sempre negato”.
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