Era l’8 agosto 1956 quando nella miniera di carbone Bois du Cazier di Marcinelle, un grande incendio, causato dalla combustione d’olio ad alta pressione innescata da una scintilla elettrica e sviluppandosi inizialmente nel condotto d’entrata d’aria principale, riempì di fumo tutto l’impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone delle 275 presenti, di cui 136 immigrati italiani. Tra loro 7 molisani, successivamente insigniti dal Presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, con La Stella al Merito del Lavoro alla Memoria: Felice Casciato di Sant’Angelo del Pesco, Francesco Cicora di San Giuliano di Puglia, Francesco Granata di Ferrazzano, Michele Granata di Ferrazzano, Michele Moliterno di Ferrazzano, Pasquale Nardacchione di San Giuliano del Sannio e Liberato Palmieri di Busso. L’incidente è il terzo per numero di vittime tra gli immigrati italiani all’estero dopo i disastri di Monongah e di Dawson. Il sito Bois du Cazier, oramai dismesso, fa parte dei patrimoni storici dell’Unesco.
Il messaggio del presidente della Regione, Francesco Roberti.
“Ricorre oggi, giovedì 8 agosto, il 68° anniversario della strage di Marcinelle, una tragedia che ha segnato la nostra storia e quella dei tanti italiani che hanno sacrificato la propria vita lontano dalla patria.
In quel tragico giorno del 1956, un’esplosione nella miniera di carbone di Marcinelle, in Belgio, causò la morte di 262 minatori, di cui 136 erano italiani. Tra loro, sette erano molisani, eroi del lavoro emigrati in cerca di un futuro migliore per sé e per le proprie famiglie.
Il loro sacrificio ci ricorda l’importanza di garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti. È nostro dovere onorare la memoria di questi coraggiosi lavoratori, che con il loro impegno e sacrificio hanno contribuito al progresso e al benessere delle nostre comunità.
Il loro coraggio e la loro determinazione di lasciare le proprie terre e i propri cari, per assicurare un futuro migliore alle proprie famiglie, continuano a essere un esempio per tutti noi.
In quegli anni il riscatto sociale fu la motivazione degli enormi sacrifici di tanti nostri connazionali e corregionali.
In memoria dei caduti di Marcinelle, rinnoviamo il nostro impegno per la sicurezza sul lavoro e la tutela dei diritti dei lavoratori, affinché tragedie come questa non si ripetano mai più”.
Il messaggio del presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante.
In occasione del 68° anniversario della tragedia di Marcinelle, che vide lo scoppio di alcune gallerie della miniera di carbone di Bois du Cazier in Belgio, e della XXIII Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, il Presidente del Consiglio regionale, Quintino Pallante, ha dichiarato:
“Questo 68° anniversario ammonisce e impegna tutti a riflettere su quanta strada si è percorsa fino ad oggi e soprattutto su quanta ne dobbiamo ancora compiere per arrivare a dar vita ad iniziative che, sia in campo internazionale che nazionale, le istituzioni, il mondo delle imprese, le organizzazioni dei lavoratori e la società in generale devono unitamente porre in essere per costruire una cultura diffusa e strutturata della sicurezza per ogni posto di lavoro. In questi giorni sono stati diffusi i dati relativi al primo semestre del 2024 dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre. che indicano in 469 le vittime del lavoro in Italia, di queste una è molisana. Dati che registrano un aumento rispetto al 2023 del 4,2%. Questi numeri così pesanti, purtroppo relativi ad uno dei paesi più industrializzati del mondo, ad una delle democrazie con una legislazione del lavoro strutturata ed in evoluzione, ed in un contesto sociale, come quello italiano, sensibile ai temi della sicurezza, fanno riflettere su ciò che accade, non solo in Italia e in Molise, ma in tante altre realtà del Sudamerica, dell’Africa e dell’Asia. In tanti paesi, infatti, i dati delle strutture competenti dell’ONU raccontano di orari di lavoro disumani, di sfruttamento di bambini e di condizioni di sicurezza addirittura, in alcuni casi, totalmente insufficienti o inesistenti rispetto ai pericoli che si possono correre svolgendo le mansioni assegnate. Alcuni di questi lavoratori costretti ad operare senza diritti e in condizioni di notevole pericolo, sono di origine italiana.
Allora dal ricordo del sacrificio delle vittime di quella miniera nel Belgio in cui persero la vita tanti italiani ed alcuni molisani, dobbiamo trarre la forza politica, culturale ed operativa per adeguare, come si sta facendo a livello nazionale, in modo opportuno la nostra legislazione sulla sicurezza, per attivare maggiori controlli, per sostenere le imprese nell’investire sempre nuove risorse in sicurezza e prevenzione e per garantire ad ogni lavoratore la protezione più confacente a proteggerlo dai pericoli di vario genere che lo possano minacciare nell’esercizio delle proprie funzioni.”