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Home»Politica»Bilancio e legge di stabilità, Fanelli attacca il centrodestra: “Così cercano di togliere autonomia ai Comuni”

Bilancio e legge di stabilità, Fanelli attacca il centrodestra: “Così cercano di togliere autonomia ai Comuni”

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Di MoliseTabloid il 3 Maggio 2025 Politica

“Alcune valutazioni sulla sessione di Bilancio appena terminata e sulla ‘schizofrenia politica’ del centrodestra, sia in Molise che a Roma. Che da una parte propugna l’autonomia differenziata per dare più poteri di autogoverno ai territori e dall’altra sta accentrando tutto in capo al Governo di Roma e Campobasso”.
E’ il commento della capogruppo del Pd a Palazzo D’Aimmo, Micaela Fanelli, dopo la votazione del Documento di Economia e Finanza, della Legge di Stabilità e del Bilancio pluriennale.
“Iniziamo dal ‘pasticcio’ non tanto sui conti, ma sulla legge di stabilità regionale che lo ha accompagnato. O meglio, sul maxiemendamento che a notte fonda è stato presentato alla stessa. Un copione già visto anche in passato, ma che quest’anno ha superato ogni limite.
Una premessa e poi entro nel merito. La legge di stabilità dovrebbe essere una mera modalità formale per ratificare gli importi complessivi del bilancio. Un vagone su cui far passare gli allegati di bilancio. La stessa normativa prevede che non possa che avere carattere finanziario e non ordinamentale. Cioè significa che deve prevedere numeri, non dettare regole. Lo ribadiscono anche i revisori dei conti nel loro parere positivo. Positivo perché non era stato presentato il maxiemendamento. Altrimenti avrebbero dovuto dire altro. Innanzitutto che formalmente non sono norme che possono stare in quel preciso documento.
Nel merito, poi, molte criticità pesanti. Ma soprattutto un principio messo sotto attacco: quello dell’autonomia dei Comuni e delle Province. Su due questioni fondamentali, infatti, la maggioranza di centrodestra è entrata a gamba tesa incidendo fortemente sull’autogoverno degli enti locali:
1) il sistema degli appalti;
2) il sociale.
Sul primo, l’attacco è stato sventato grazie alla nostra ferma opposizione, chiedendo di stralciare l’accentramento sulla centrale unica di committenza, creata per gestire tutti gli appalti. Sulla Cuc, nel testo originario, dovevano confluire anche gli appalti dei Comuni, senza facoltà di veto per questi ultimi. Un vero e proprio golpe. Per fortuna, hanno fatto passo indietro. Resta comunque una centralizzazione spinta sugli altri soggetti regionali e non, come sulla Grim che è partecipata dai comuni, ma su quello non hanno cambiato idea. Era necessario esaminare questa proposta in maniera approfondita in Commissione, ascoltando gli enti coinvolti e invece hanno tirato dritto, mettendo in atto, di notte, una operazione di potere mai vista finora.
Mi chiedo, oltre al chiaro intento politico, chi dovrebbe gestire tutto? Senza dirigenti e funzionari. Senza competenze. Col supporto di un soggetto specificamente preparato ratione materia? Si….Molisedati. La nuova legge del Molise prevede quindi che tutti gli appalti del perimetro regionale si facciano col supporto di una società specializzata nell’informatica.
2) I coordinatori degli Ambiti Sociali, comunque vada la riforma e qualsiasi cosa accada, li sceglie la Regione. Con un albo, in modo non dissimile dal passato. Ma proprio rispetto al passato molto è cambiato. Siamo in una fase più matura e consapevole degli ATS, le cui funzioni sono anche quelle che prevedono la capacità di scegliere autonomamente i propri collaboratori. Ancora di più le figure apicali degli Ambiti, i coordinatori.
Ricci, Saia, Puchetti, Forte, Balice, Testa, Castrato e i sindaci dei loro Ambiti dovranno scegliere il proprio principale collaboratore per mezzo della Passarelli? Ma dai…non regge nemmeno come ipotesi!
Oggi questo meccanismo di selezione, che semmai serviva in passato (e pure lì, ci sarebbe da discutere), non va. In un sistema ormai strutturato, che prevede che i Comuni conoscano, dopo tanti anni di rodaggio, meccanismi e temi del sociale, perché ancora far scegliere alla Regione? Il personale, il principale soggetto che dovrà gestire gli Ats, il primo collaboratore del Sindaco capofila, deve essere inserito nel meccanismo comunale, pagato dai Comuni, perché deve indicarlo la Regione?
C’è una chiara lesione dell’autonomia organizzativa. Non vogliamo malignare sui perché, sul fatto che forse si voglia mantenere il controllo dei tecnici per mantenere il controllo del territorio, delle gare, delle assistenti sociali, delle cooperative. Non vogliamo malignare, ma nemmeno siamo tranquilli.
Così, non va! Questa pervicace e folle ossessione di condizionare i Comuni, le cosiddette autonomie territoriali (se si chiamano così, ci sarà un motivo?), va bloccata.
Anche perché se non è schizofrenia, quanto meno ci troviamo di fronte ad una confusione politico/istituzionale generalizzata. Se in Molise si vogliono concentrare nelle mani della Giunta appalti e sociale, a Roma è scontro aperto sui tentativi del Governo di ‘mettere le mani’ sulla Sanità e in particolare sui Lea, suscitando la reazione di tutti i Governatori, compresi Zaia e Frediga.
Scusate, ma il centrodestra non è fautore della valorizzazione delle autonomie locali attraverso la riforma dell’autonomia differenziata, difesa a spada tratta anche da Roberti? E poi vogliono esautorare Regioni e Comuni dal decidere su argomenti chiave come Sanità, Sociale e appalti? Evidentemente, c’è qualcosa che non torna!
A valle di questa sessione di Bilancio, dunque, mi auguro solo una cosa, che i Comuni reagiscono, per non essere sempre più esautorati nelle proprie competenze da questa pericolosa deriva di accentramento del potere, senza uguali nella storia del Molise.
Ai ‘colleghi’ Sindaci (perché chi ha avuto l’onore e l’onere di esserlo, come me per nove anni, non abbandona più lo spirito di servizio alla proprio comunità) dico che è giunto il momento di unirsi e far sentire con forza la nostra voce contro questa pericolosa deriva autoritaria, che mira ad accentrare il potere nelle mani di pochi, minando l’autonomia dei nostri Comuni. Non possiamo permettere che decisioni fondamentali, che riguardano il sociale, gli appalti e la gestione del territorio, siano prese senza il vostro consenso e senza rispettare le competenze che la legge vi riconosce.
Perché il futuro del Molise e la dignità dei nostri territori dipendono anche dalla nostra capacità di opporsi e di difendere le nostre comunità….anche da chi dovrebbe essere il primo a tutelarle. Ma così, evidentemente, non è”.

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