Un confronto acceso ma sicuramente chiarificatore quello di mercoledì ad Agnone. All’oratorio ‘Giovanni Paolo II’ della chiesa di Maria Santissima di Costantinopoli, fino a tarda sera, il dibattito su ‘Quale sanità per l’Alto Molise?’ organizzato dall’associazione ‘Il Cittadino c’è’. Il sindaco della località altamolisana, Daniele Saia, ha incontrato la cittadinanza. Ad affiancarlo la Direzione Strategica dell’ASReM che, nell’ottica dell’assoluta trasparenza e della piena concretezza, ha cercato di dettagliare l’attuale situazione della sanità molisana, con particolare riferimenti a quella Agnone.
Animi caldi, soprattutto dopo la recente demedicalizzazione del 118 e lo svilimento di un settore che soffre in tutta Italia. Causa principale delle difficoltà che la sanità sta incontrando anche in Molise è la nota carenza di medici, in primis quelli della emergenza-urgenza.
E proprio da questo sono partiti gli interventi.
Dopo l’apertura da parte del sindaco Saia che ha rimarcato gli sforzi portati avanti per mantenere aperto il “Caracciolo”, presidio ospedaliero di area disagiata, ed ha invitato la popolazione al dialogo e alla collaborazione, è stato fatto il punto della situazione.
Il primario del 118, Adriana Ricciardi, ed il direttore delle professioni sanitarie, Massimo Romanelli, si sono soffermati sull’organizzazione dei servizi e sulle stabilizzazioni del personale, mentre il direttore amministrativo Grazia Matarante ed il direttore sanitario Bruno Carabellese hanno fornito dati e chiarito la ratio di alcune strategie attuate.
Infine, il direttore generale dell’ASReM, Giovanni Di Santo, a cuore aperto, ha parlato dell’impegno profuso per garantire a tutti i cittadini, e allo stesso modo, assistenza e certezza delle cure, così come sancito dall’art 32 della Costituzione.
Così, ancora una volta, è stato ricordato che ad oggi, in Molise, sono presenti 16 postazioni del 118, dislocate sul territorio non in virtù del numero di abitanti che ne vorrebbe una ogni 60.000 residenti, ma in considerazione dell’orografia. 9 postazione sono demedicalizzate, di cui un paio solo di notte. Due le ambulanze INDIA in regione, con infermieri specializzati nel servizio, formati nell’uso del defibrillatore e nella rianimazione cardiopolmonare, in grado di affrontare con competenze le emergenze, supportati h 24 dalla centrale operativa. Nei pochi mesi in cui si è insediata la nuova Direzione ASReM, appena sei, è stato definito il controllo di gestione, con un cruscotto che racconta nello specifico le spese dei singoli reparti. Numerose figure sanitarie sono state stabilizzate, dagli infermieri ai tecnici di laboratorio e radiologia, fino agli operatori socio sanitari. Si sta lavorando alla telemedicina e quindi alla telerefertazione rispondendo alle sempre più necessarie politiche di avere una consolidata sanità di prossimità. Ritornando ad Agnone, poi, si stanno rimodulando le attività del laboratorio analisi e sono in corso ulteriori interventi.
“Abbiamo trovato una situazione molto critica ed un disavanzo economico importante – ha spiegato il direttore generale, Di Santo. – Mancano i medici e siamo poco attrattivi. Ma per noi la cura del cittadino resta doverosa, è la nostra missione. Purtroppo, dobbiamo rivedere il modello assistenziale e attuare, costantemente, nuove azioni, tenendo comunque in considerazione l’innovazione e la necessità di avere competenze sempre più valide. Intanto, da quando ci siano insediati, abbiamo portati avanti una attività incessante. Non esisteva un controllo di gestione, non c’era nessun censimento delle attività. Ce ne siamo preoccupati tempestivamente. Abbiamo, poi, promosso concorsi e stabilizzato centinaia tra sanitari ed oss, riaperto la camera iperbarica a Larino, risistemato il Pronto Soccorso di Campobasso e dopo 30 anni ci stiamo prodigando per l’operativa dell’elisoccorso. Ed ancora, lo smaltimento delle liste d’attesa. A seguire la pneumologia, per cui è stata spostata una cabina da Campobasso ad Agnone. Sempre al Caracciolo di Agnone sono stati avviati i lavori per la nuova tac. Stiamo proponendo la possibilità di far passare da un rapporto di convenzione, ad uno di dipendenza, gli operatori del 118. Si stanno perfezionando azioni per rispondere ad una efficace ed una efficiente sanità di prossimità puntando su telemedicina e quindi su telerefertazione. La verità, tuttavia, resta quella di dover trovare medici, di essere attrattivi affinché gli stessi scelgano il nostro Molise, affinché i nostri concorsi, a tempo indeterminato, non vadano deserti, affinché chi verrà a lavorare nei nostri ospedali ci resti per crescere, per dare il meglio di sé, per curare con scienza e coscienza i pazienti. Ed è con la stessa scienza e coscienza che ogni giorno – ha concluso Di Santo – ci impegniamo per dare il meglio alla sanità di questa regione”.
All’incontro hanno preso parte pure il dott. Antonio Melone dell’Ambito territoriale sociale di Agnone che ha trattato delle politiche socio sanitarie attuate sul territorio e l’ex primario di Medicina Interna del Caracciolo, nonché vice-sindaco di Agnone, Giovanni Amedeo Di Nucci che ha invece parlato del ruolo dei medici, delle macerie del sistema sanitario da cui uscire e dell’importanza di ridurre i tempi delle specializzazioni.
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